07 Marzo 2023

Gisèle Freund, pioniera della fotografia e dei diritti delle donne

Nella Giornata Internazionale della Donna, Scala Archives offre un approfondimento dedicato a una donna che ha contribuito con il suo impegno a cambiare i costumi e i pregiudizi nell’ambito di una professione considerata per larga parte del Novecento come “maschile”.

Pioniera del fotogiornalismo e della fotografia a colori, intellettuale impegnata per i diritti delle donne. Dedichiamo il nostro 8 marzo a Gisèle Freund, fotografa di cui Scala rappresenta in Italia e UK non solo l’archivio ma anche il diritto d’autore grazie al prestigioso accordo con RMN – Réunion des Musées Nationaux-Grand Palais.

Autoritratto – IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia

Gisèle Freund, socialista e attivista in fuga dal Nazismo tra Parigi e l’America Latina

Gisèle Freund nacque a Berlino il 19 dicembre 1908, crebbe in una famiglia di origini ebree circondata da intellettuali e artisti grazie al padre, imprenditore tessile e collezionista d’arte.

Prima di abbandonare la Germania a causa dell’ascesa di Hitler e delle leggi razziali, Gisèle fu allieva di Theodor W. Adorno presso l’Università di Francoforte e amica di Walter Benjamin, che seguì a Parigi, condividendone la condizione di ebrea e socialista.

Trasferitasi nella capitale francese, continuò gli studi con un dottorato in sociologia e arte presso la Sorbona senza tralasciare la passione per la politica, militando tra le fila socialiste, e soprattutto per la pratica della fotografia.

La Leica regalatale dal padre per la laurea nel 1929 rimarrà per sempre strumento prezioso per raccontare il mondo.

Walter Benjamin alla Biblioteca nazionale, Parigi IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia

Gli anni di Parigi furono segnati in maniera indelebile dal rapporto con la poetessa e attivista Adrienne Monnier, proprietaria della libreria La Maison des Amis des Livres, e la compagna Sylvia Beach della libreria Shakespeare and Company, famosa per aver pubblicato l’Ulysse di James Joyce (1922).

Furono loro le artefici del matrimonio della fotografa con Pierre Blum, necessario per ottenere la naturalizzazione francese, ma anche della prima pubblicazione di un reportage della Freund sulla rivista “Life”.

Come assistente di Adrienne Monnier, Gisèle ebbe accesso ai circoli artistici e letterari più esclusivi e fotografò – tra gli altri – Colette, André Malraux, André Breton, e frequentò intellettuali inglesi del calibro di James Joyce, Virginia Woolf, Vita Sackeville-West.

Dopo l’invasione della Francia, nel 1942, Gisèle si trasferì in Argentina grazie all’amico André Malraux che le procurò un invito da parte di Victoria Ocampo, direttrice della rivista “Sur” di Buenos Aires.

In Argentina la Freund avviò una piccola casa editrice, Ediciones Victoria, mentre grazie alla Ocampo continuò a fotografare personaggi e intellettuali, come testimoniano i ritratti di Pablo Neruda e Jorge Luis Borges.

Nel 1947 siglò un contratto con Magnum Photos come corrispondente dall’America Latina, grazie al quale poté viaggiare e pubblicare reportage scattati tra Cile, Peru, Bolivia, Brasile e Ecuador.

Ragazza e suo bambino sulla grande piazza di San Juan Chamula durante la festa di Pasqua, Stato di Chiapas, Messico, 1952. IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia

Tornata a Parigi, definitivamente nel 1953, e terminata la collaborazione con Magnum per via delle sue opinioni politiche, per tutti gli  anni Cinquanta la Freund firmò comunque importanti reportage per diverse altre testate europee, come “Vu”, “Paris Match”, “Du”, “The Sunday Times”, affiancando in seguito  all’attività di fotoreporter quella di divulgatrice, come autrice di saggi e memorie – ricordiamo Photographie et société (1974).

Nel 1977 Gisèle Freund ottenne la carica di presidente dell’Associazione Francese dei Fotografi e nel 1983 fu insignita come Cavaliere della Legione d’Onore, la più alta decorazione al merito francese.

Nel 1991 le fu dedicata un’importante retrospettiva presso il Musée National d’art Moderne di Parigi, la prima mostra dedicata a un fotografo mai allestita presso il Centre Pompidou.

Gisèle Freund è morta a Parigi il 31 marzo 2020.

Autoritratto allo specchio, Parigi 1935. IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia

Gisèle Freund, fotoreporter e divulgatrice

Gisèle Freund è nota a livello internazionale come fotografa ritrattista professionista. Tra Parigi e l’Argentina realizzò ritratti indimenticabili di intellettuali come Simone de Beauvoir, Virginia Woolf, Marcel Duchamp, T.S. Eliot, Pablo Neruda e Jorge Luis Borges.

La maggior parte di questi ritratti, spesso inseriti in ampi reportage, è a colori.

Fotografare a colori, pratica resa possibile già nel 1938 con la messa in commercio di nuove pellicole Kodak e Agfa, significava pose lunghe ma anche l’uso di obiettivi molto luminosi. Il risultato contribuisce alla cifra stilistica di questa pioniera della fotografia.

Inoltre la Freund amava mettere a proprio agio i soggetti dei suoi scatti. Evitava trucco, pose fisse, ritocchi. Non ebbe mai uno studio di posa, amava ritrarre i protagonisti dei suoi reportage nelle loro case, intenti alle attività quotidiane e professionali.

Virginia Woolf, Londra, XX secolo – IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia
La scrivania di Virginia Woolf, a Rodmell, Sussex, nel XX secolo. Musee National d’Art Moderne – Centre Pompidou, Parigi, Francia

Il fotoreportage, tuttavia, fu da sempre al centro della pratica della Freund, per la quale la macchina fotografica era lo strumento d’elezione per raccontare e documentare la realtà.

Il primo dei suoi reportage ad essere pubblicato, il 14 dicembre 1936, fu dedicato agli effetti della Grande Depressione in Inghilterra. Northern England fu pubblicato su “Life”, l’unico magazine di massa a colori in circolazione in quegli anni.

Una domenica dei disoccupati nelle “zone nere” dell’Inghilterra nel 1935. IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia
Strada della pioggia, Newcastle upon Tyne, 1935. IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia

Dieci anni dopo Gisèle Freud divenne ufficialmente una fotoreporter della Magnum Photos, agenzia con la cui collaborò fino agli anni Cinquanta.

 Famosissimo il reportage commissionato da “Life” sul generale Juan Perón e la consorte Eva (1950), al centro di un incidente diplomatico tra gli Stati Uniti e il governo argentino per via di alcuni scatti che ritraggono Evita ingioiellata ed elegantissima, cosa poco gradita ai sostenitori di Perón che sostenevano l’austerità del partito.

“Life” fu inserita nella black list del paese e la Freund dovette scappare con i negativi nella valigia.

Evita e il generale Peron, 1950, Buenos Aires, Argentina – IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia

Tra i servizi che hanno reso celebre Gisèle Freund ricordiamo con due scatti anche questo prezioso reportage a colori, pubblicato su “Look” negli Stati Uniti, dedicato a Frida Kalho e Diego Rivera, artisti con cui strinse una forte amicizia negli anni trascorsi in Messico (1951-1952).

Frida Kahlo ritrae il suo padre fotografo, 1948. Città del Messico. IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia
Diego Rivera nel suo studio, intorno al 1948. IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia

L’attività di ritrattista continuò per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta. Tornata in Francia, fotografò gli artisti di Montparnasse, Matisse, Chagall ma ancora intellettuali come Simone de Beauvoir e Camus, e poi Giacometti, Le Corbusier, Dalì.

Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre, Parigi, 1963. IMEC, Saint-Germain-la-Blanche-Herbe, Francia

Guarda una selezione di immagini di Gisèle Freund.

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Grazie al prestigioso accordo con RMN, Scala è lieta di poter distribuire in Italia e UK gli scatti di questa importante fotografa, completi di diritto d’autore. Dal 2012 infatti l’Estate di Gisèle Freund, gestito dall’Institut Mémoires de l’édition contemporaine (IMEC) di Parigi, ha affidato a RMN l’intero fondo fotografico.

Vuoi approfondire sul nostro sito il tema FOTOGRAFIA? Puoi leggere qui alcuni spunti sulle collezioni presenti in archivio.

Troverai anche la lista di tutti i fotografi d’autore di cui Scala può gestire il copyright.

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