Pioniera del fotogiornalismo e della fotografia a colori, intellettuale impegnata per i diritti delle donne. Dedichiamo il nostro 8 marzo a Gisèle Freund, fotografa di cui Scala rappresenta in Italia e UK non solo l’archivio ma anche il diritto d’autore grazie al prestigioso accordo con RMN – Réunion des Musées Nationaux-Grand Palais.
Gisèle Freund, socialista e attivista in fuga dal Nazismo tra Parigi e l’America Latina
Gisèle Freund nacque a Berlino il 19 dicembre 1908, crebbe in una famiglia di origini ebree circondata da intellettuali e artisti grazie al padre, imprenditore tessile e collezionista d’arte.
Prima di abbandonare la Germania a causa dell’ascesa di Hitler e delle leggi razziali, Gisèle fu allieva di Theodor W. Adorno presso l’Università di Francoforte e amica di Walter Benjamin, che seguì a Parigi, condividendone la condizione di ebrea e socialista.
Trasferitasi nella capitale francese, continuò gli studi con un dottorato in sociologia e arte presso la Sorbona senza tralasciare la passione per la politica, militando tra le fila socialiste, e soprattutto per la pratica della fotografia.
La Leica regalatale dal padre per la laurea nel 1929 rimarrà per sempre strumento prezioso per raccontare il mondo.
Gli anni di Parigi furono segnati in maniera indelebile dal rapporto con la poetessa e attivista Adrienne Monnier, proprietaria della libreria La Maison des Amis des Livres, e la compagna Sylvia Beach della libreria Shakespeare and Company, famosa per aver pubblicato l’Ulysse di James Joyce (1922).
Furono loro le artefici del matrimonio della fotografa con Pierre Blum, necessario per ottenere la naturalizzazione francese, ma anche della prima pubblicazione di un reportage della Freund sulla rivista “Life”.
Come assistente di Adrienne Monnier, Gisèle ebbe accesso ai circoli artistici e letterari più esclusivi e fotografò – tra gli altri – Colette, André Malraux, André Breton, e frequentò intellettuali inglesi del calibro di James Joyce, Virginia Woolf, Vita Sackeville-West.
Dopo l’invasione della Francia, nel 1942, Gisèle si trasferì in Argentina grazie all’amico André Malraux che le procurò un invito da parte di Victoria Ocampo, direttrice della rivista “Sur” di Buenos Aires.
In Argentina la Freund avviò una piccola casa editrice, Ediciones Victoria, mentre grazie alla Ocampo continuò a fotografare personaggi e intellettuali, come testimoniano i ritratti di Pablo Neruda e Jorge Luis Borges.
Nel 1947 siglò un contratto con Magnum Photos come corrispondente dall’America Latina, grazie al quale poté viaggiare e pubblicare reportage scattati tra Cile, Peru, Bolivia, Brasile e Ecuador.
Tornata a Parigi, definitivamente nel 1953, e terminata la collaborazione con Magnum per via delle sue opinioni politiche, per tutti gli anni Cinquanta la Freund firmò comunque importanti reportage per diverse altre testate europee, come “Vu”, “Paris Match”, “Du”, “The Sunday Times”, affiancando in seguito all’attività di fotoreporter quella di divulgatrice, come autrice di saggi e memorie – ricordiamo Photographie et société (1974).
Nel 1977 Gisèle Freund ottenne la carica di presidente dell’Associazione Francese dei Fotografi e nel 1983 fu insignita come Cavaliere della Legione d’Onore, la più alta decorazione al merito francese.
Nel 1991 le fu dedicata un’importante retrospettiva presso il Musée National d’art Moderne di Parigi, la prima mostra dedicata a un fotografo mai allestita presso il Centre Pompidou.
Gisèle Freund è morta a Parigi il 31 marzo 2020.
Gisèle Freund, fotoreporter e divulgatrice
Gisèle Freund è nota a livello internazionale come fotografa ritrattista professionista. Tra Parigi e l’Argentina realizzò ritratti indimenticabili di intellettuali come Simone de Beauvoir, Virginia Woolf, Marcel Duchamp, T.S. Eliot, Pablo Neruda e Jorge Luis Borges.
La maggior parte di questi ritratti, spesso inseriti in ampi reportage, è a colori.
Fotografare a colori, pratica resa possibile già nel 1938 con la messa in commercio di nuove pellicole Kodak e Agfa, significava pose lunghe ma anche l’uso di obiettivi molto luminosi. Il risultato contribuisce alla cifra stilistica di questa pioniera della fotografia.
Inoltre la Freund amava mettere a proprio agio i soggetti dei suoi scatti. Evitava trucco, pose fisse, ritocchi. Non ebbe mai uno studio di posa, amava ritrarre i protagonisti dei suoi reportage nelle loro case, intenti alle attività quotidiane e professionali.
Il fotoreportage, tuttavia, fu da sempre al centro della pratica della Freund, per la quale la macchina fotografica era lo strumento d’elezione per raccontare e documentare la realtà.
Il primo dei suoi reportage ad essere pubblicato, il 14 dicembre 1936, fu dedicato agli effetti della Grande Depressione in Inghilterra. Northern England fu pubblicato su “Life”, l’unico magazine di massa a colori in circolazione in quegli anni.
Dieci anni dopo Gisèle Freud divenne ufficialmente una fotoreporter della Magnum Photos, agenzia con la cui collaborò fino agli anni Cinquanta.
Famosissimo il reportage commissionato da “Life” sul generale Juan Perón e la consorte Eva (1950), al centro di un incidente diplomatico tra gli Stati Uniti e il governo argentino per via di alcuni scatti che ritraggono Evita ingioiellata ed elegantissima, cosa poco gradita ai sostenitori di Perón che sostenevano l’austerità del partito.
“Life” fu inserita nella black list del paese e la Freund dovette scappare con i negativi nella valigia.
Tra i servizi che hanno reso celebre Gisèle Freund ricordiamo con due scatti anche questo prezioso reportage a colori, pubblicato su “Look” negli Stati Uniti, dedicato a Frida Kalho e Diego Rivera, artisti con cui strinse una forte amicizia negli anni trascorsi in Messico (1951-1952).
L’attività di ritrattista continuò per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta. Tornata in Francia, fotografò gli artisti di Montparnasse, Matisse, Chagall ma ancora intellettuali come Simone de Beauvoir e Camus, e poi Giacometti, Le Corbusier, Dalì.
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Grazie al prestigioso accordo con RMN, Scala è lieta di poter distribuire in Italia e UK gli scatti di questa importante fotografa, completi di diritto d’autore. Dal 2012 infatti l’Estate di Gisèle Freund, gestito dall’Institut Mémoires de l’édition contemporaine (IMEC) di Parigi, ha affidato a RMN l’intero fondo fotografico.
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