A 70 anni dalla morte di Henri Matisse, che si celebreranno il prossimo 3 novembre, Scala è lieta di ripercorrere le tappe creative del celebre artista francese attraverso i colori che hanno animato le sue opere attraverso stile e periodi, dal puntinismo al fauvismo fino ad arrivare ai collage e alle geometrie più astratte. Questo breve excursus vi porterà dentro le collezioni dei più celebri musei internazionali presso cui Scala ha potuto fotografare, o di cui è agente ufficiale.
Henri-Émile-Benoît Matisse nacque il 31 dicembre 1869 a Le Cateau-Cambrésis, una piccola città nel nord della Francia. Cresciuto a Bohain-en-Vermandois, il giovane Matisse inizialmente studiò giurisprudenza ma ben presto iniziò a dipingere, costretto a letto da un’appendicite (1889). Nel 1891 Matisse si trasferì a Parigi per frequentare l’Académie Julian e successivamente l’École des Beaux-Arts, sotto la guida del pittore simbolista Gustave Moreau.
Tra il 1904 e il 1908 l’attività di Henri Matisse si concentrò sulla sperimentazione dando vita, insieme ad altri artisti come André Derain e Maurice de Vlaminck, al movimento Fauve, movimento caratterizzato dall’uso audace e non naturalistico del colore come sottolineò il critico d’arte Louis Vauxcelles visitando le opere di questi artisti presso il Salon D’Automne di Parigi nel 1905 (la stanza in cui erano ospitate le opere di questo gruppo di artisti fu definita “cage aux fauves” cioè “gabbia delle belve”). Il Fauvismo segnò un punto di svolta nell’arte moderna, promuovendo libertà espressiva e istinto creativo.
Negli anni successivi, Matisse continuò a esplorare nuove tecniche e stili. Il suo lavoro divenne più raffinato e decorativo. Si trasferì a Nizza nel 1917, dove si dedicò soprattutto a ritratti e nature morte, caratterizzati da un uso vibrante del colore. Un secondo punto di svolta per la ricerca artistica di Matisse giunse negli anni ‘40, sempre per via di un difficile stato di salute, che stimolò l’artista nel creare una nuova tecnica: il “gouaches découpées” o collage di carta ritagliata.
Morì il 3 novembre 1954 a Nizza.
Grazie all’esclusivo accordo tra Scala e RMN siamo felici di potervi mostrare un servizio fotografico realizzato dal noto fotografo francese Brassaï presso lo studio di Matisse negli anni Trenta. Brassaï realizzò diversi ritratti di Matisse, alcuni dei quali sono diventati iconici.
L’amicizia tra Brassaï e Matisse è un esempio di come due artisti, sebbene attivi in campi diversi, possano trovare un terreno comune e arricchirsi reciprocamente attraverso dialogo e la collaborazione. Matisse apprezzava molto il lavoro di Brassaï e vedeva in lui un artista capace di comprendere e interpretare l’arte visiva in maniera unica, seppur attraverso uno strumento tecnico come la macchina fotografica. D’altro canto, Brassaï trovava in Matisse una fonte di ispirazione continua, un maestro capace di insegnargli nuove prospettive sulla luce, il colore e la forma.
Uno dei punti salienti dell’amicizia tra i due fu la collaborazione per la rivista d’arte “Minotaure”, che pubblicò diversi lavori di entrambi. Brassaï fotografava le opere di Matisse, contribuendo così a diffonderle e a farle conoscere al grande pubblico.
Henri Matisse utilizzò il colore, fin dalle sue prime opere del periodo puntinista, in maniera innovativa, sfruttandone le qualità per creare effetti di luce, calore e vitalità. In particolare, il giallo era il colore con cui Matisse poteva creare atmosfere calde, e contribuire a sottolineare l’energia di alcune scene e composizioni classiche. Come altri colori puri, nel periodo Fauve il giallo venne utilizzato per esprimere emozioni e stati d’animo. Il suo utilizzo del colore non era infatti solo decorativo ma mirava a trasmettere sentimenti e sensazioni al pubblico.
In molte opere Matisse accostava il giallo a colori contrastanti, come il blu e il viola, per creare un forte impatto visivo. Questi contrasti esaltavano l’intensità del colore e creavano un equilibrio dinamico all’interno della composizione.
Le Bonheur de Vivre, uno dei dipinti più celebri di Henri Matisse, possiamo osservare l’associazione di questi colori puri e audaci – il giallo, il rosso, il verde e il blu – per creare un effetto visivo emozionante.
Guarda qui le immagini di altre opere, anche di altri periodi e stili, in cui Matisse usa il colore giallo.
Durante tutto il periodo del Fauve, Matisse utilizzò colori puri e brillanti, applicati in maniera non naturalistica. Come abbiamo visto con il colore giallo, l’obiettivo era esprimere emozioni piuttosto che rappresentare fedelmente la realtà. Matisse credeva che il colore avesse un potere espressivo intrinseco e utilizzava diverse tonalità per evocare specifiche emozioni e atmosfere. Ad esempio, i colori caldi come il rosso e l’arancione spesso riescono a trasmettere energia e vitalità, mentre i blu e i verdi evocano tranquillità e serenità.
L’uso di un singolo colore dominante è particolare soprattutto nella definizione degli spazi interni. Matisse spesso appiattiva la prospettiva tradizionale, utilizzando il rosso per enfatizzare la bidimensionalità della superficie pittorica. Questo approccio permetteva allo spettatore di concentrarsi sul colore e sulla forma piuttosto che sulla rappresentazione realistica della profondità. Una delle opere più celebri in cui possiamo osservare questo effetto è Lo Studio rosso (1911) conservato al MoMA di New York.
Qui il colore rosso domina la scena, avvolgendo l’intera composizione in una calda e avvolgente tonalità, dimostrando la capacità di Matisse di usare il colore per creare un senso di unità e coesione. Questo colore, infatti, unifica lo spazio – il rosso è usato non solo per le pareti e il pavimento, ma anche per molti degli oggetti presenti nella stanza – creando un’atmosfera vibrante e calda.
Leggi nel nostro blog ulteriori informazioni su Lo studio rosso di Matisse, al centro di una prestigiosa mostra allestita dal MoMA nel 2022.
Negli anni Quaranta Matisse propose una nuova e diversa esplorazione del colore con i “gouaches découpées”, dove l’artista utilizzò carta dipinta a gouache ritagliata per creare composizioni vibranti. Lavori come Icarus (1947) e La Gerbe (1953), sono caratterizzati da colori audaci e forme semplificate, dimostrando il continuo amore di Matisse per il colore, anche nella sua produzione più tarda.
In questa fase Matisse utilizzava il colore e la forma per creare spazio e movimento: le forme ritagliate, spesso semplici e riferite al mondo della natura, sembrano fluttuare e interagire in modo armonioso sulla superficie.
Una delle serie più famose di collage di Matisse, “Jazz” comprende 20 tavole che combinano immagini e testi con colori vivaci e forme dinamiche. Matisse credeva che l’arte dovesse essere un’esperienza gioiosa e vivificante. I suoi collage riflettono questa filosofia, trasmettendo un senso di leggerezza e ottimismo.
Le opere di Henri Matisse sono esposte nelle più prestigiose collezioni del mondo. Entra nell’archivio Scala ed esplora tutte le immagini relative a questi capolavori. Se non trovi l’immagine dell’opera di Matisse che cerchi per il tuo progetto, contattaci.
Ti ricordiamo che a partire dal 1° gennaio 2025 questo artista non sarà più coperto da diritto d’autore in Italia e in molti altri paesi del mondo. Scala Archives raccomanda comunque di prestare attenzione alla qualità delle immagini delle opere d’arte al fine di garantire la qualità, anche cromatica, dei vostri progetti creativi.
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In copertina: Henri Matisse, La danse (La danza – prima versione, Parigi, Marzo 1909). Museum of Modern Art (MoMA), New York, USA – 0164590