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30 Luglio 2025

L’UNESCO a 80 anni dalla fondazione: custode del patrimonio mondiale

Quest'anno ricorre l'80° anniversario della fondazione dell'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura), un'istituzione che ha rivoluzionato il modo in cui l'umanità protegge e valorizza il proprio patrimonio culturale e naturale.

Quest’anno ricorre l’80° anniversario della fondazione dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), un’istituzione che ha rivoluzionato il modo in cui l’umanità protegge e valorizza il proprio patrimonio culturale e naturale. Nata dalle ceneri di due guerre mondiali, devastanti a livello europeo e mondiale, l’UNESCO rappresenta oggi uno dei più importanti baluardi internazionali per la salvaguardia della memoria collettiva dell’umanità. In parallelo, l’impegno di archivi come Scala nel documentare sistematicamente il patrimonio mondiale, rappresenta un contributo complementare all’azione dell’UNESCO.  

Le origini: dalla devastazione alla speranza (1945-1972) 

L’UNESCO venne fondata il 16 novembre 1945 a Londra, quando i rappresentanti di 44 paesi firmarono la sua costituzione. L’organizzazione nasceva con una missione ambiziosa e visionaria: costruire la pace attraverso l’educazione, la scienza e la cultura. Come recita il preambolo della costituzione, “le guerre nascono nella mente degli uomini, ed è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace”. 

I primi decenni dell’organizzazione furono dedicati principalmente all’alfabetizzazione, alla promozione della scienza e alla cooperazione culturale internazionale. Tuttavia, il vero punto di svolta arrivò negli anni ’60 e ’70, quando si rese evidente la necessità di proteggere il patrimonio culturale e naturale mondiale minacciato dai cambiamenti sociali, economici e ambientali del dopoguerra. 

Il momento simbolico di questa evoluzione fu la campagna internazionale per salvare i templi di Abu Simbel in Egitto, minacciati dalla costruzione della diga di Assuan. Il successo di questa operazione, completata nel 1968, dimostrò la possibilità di una cooperazione internazionale efficace per la protezione del patrimonio culturale. 

La nascita del concetto di Patrimonio Mondiale e il ruolo dell’UNESCO oggi 

Il 16 novembre 1972, esattamente 27 anni dopo la fondazione dell’UNESCO, venne adottata la Convenzione per la protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale. Questo documento rivoluzionario introdusse per la prima volta il concetto di “patrimonio mondiale”, stabilendo che esistono luoghi sulla Terra di tale valore eccezionale da appartenere all’intera umanità, oltre i confini nazionali. 

La Convenzione stabilì criteri precisi per l’identificazione dei siti di “eccezionale valore universale” e creò un sistema internazionale di protezione collettiva. Nel 1978 furono iscritti i primi 12 siti nella Lista del Patrimonio Mondiale, tra cui le Isole Galápagos, il Parco Nazionale di Yellowstone, il Palazzo e il parco di Versailles, e la Città di Quito

Oggi l’UNESCO gestisce una rete globale che comprende oltre 1.200 siti patrimonio mondiale in più di 160 paesi. L’Italia detiene il primato mondiale con 59 siti riconosciuti, seguita da Cina (57) e Germania (52).

Il ruolo dell’UNESCO si è ampliato notevolmente nel XXI secolo, dovendo affrontare nuove sfide come il cambiamento climatico, l’urbanizzazione selvaggia, il turismo di massa e, tragicamente, la distruzione intenzionale del patrimonio culturale in contesti di conflitto. L’organizzazione ha sviluppato programmi di emergenza, sistemi di monitoraggio avanzati e strumenti di cooperazione internazionale per rispondere a queste minacce. 

Particolare attenzione viene dedicata alla Lista del Patrimonio in Pericolo, che identifica i siti che necessitano di interventi urgenti di conservazione. Questa lista ha lo scopo di sensibilizzare la comunità internazionale e mobilitare risorse per la protezione dei beni più minacciati. 

Siti UNESCO distrutti e non più visitabili 

Purtroppo, la storia recente ha visto la tragica perdita di alcuni tesori dell’umanità, vittime di conflitti, fanatismo religioso e negligenza. Questi episodi rappresentano ferite profonde nella memoria collettiva mondiale. 

I Buddha di Bamiyan in Afghanistan, due colossali statue scolpite nella roccia tra il III e il V secolo, furono deliberatamente distrutte dai talebani nel marzo 2001. Queste opere, alte rispettivamente 53 e 35 metri, rappresentavano una testimonianza eccezionale dell’incontro tra tradizione artistica ellenistica e buddhista lungo l’antica Via della Seta. Dal 2003 sono stati riconosciuti come Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e subito iscritti nella lista dei patrimoni in pericolo. 

Palmira, l’antica “Sposa del Deserto” siriana, ha subito devastazioni gravissime durante l’occupazione dell’ISIS tra il 2015 e il 2017. Il sito archeologico ha subito gravissimi danni durante la guerra civile siriana, con la distruzione dell’Arco di Trionfo, del Tempio di Bel e di altre strutture millenarie. Il 21 agosto 2015 i miliziani dello Stato Islamico hanno distrutto il Monastero di Mar Elian risalente al quinto secolo d.C., importantissima testimonianza della religione cristiana in Siria. 

Altri siti hanno subito danni significativi: il centro storico di Aleppo, anch’esso patrimonio UNESCO, è stato gravemente compromesso dal conflitto siriano; il Museo Nazionale dell’Iraq a Baghdad ha perso migliaia di reperti durante i saccheggi del 2003; più recentemente l’UNESCO ha dichiarato che sono 343 i beni che, dal febbraio 2022, sono stati danneggiati o distrutti durante il conflitto in Ucraina, precisamente 127 edifici religiosi, 151 palazzi di interesse storico e/o artistico, 31 musei, 19 monumenti, 14 biblioteche e un archivio. 

L’archivio fotografico come custode della memoria perduta 

In questo contesto di protezione e valorizzazione del patrimonio mondiale, assumono un valore inestimabile gli archivi fotografici che hanno documentato nel tempo luoghi, monumenti e testimonianze culturali oggi perduti per sempre. L’archivio fotografico Scala, con oltre 70 anni di attività, rappresenta una delle più importanti collezioni al mondo di documentazione visiva del patrimonio artistico e culturale internazionale. 

Laboratorio fotografico Scala – uno dei nostri fotografi all’opera mentre posiziona le luci e il banco ottico per riprodurre fedelmente uno dei capolavori dell’arte italiana, il Tondo Doni di Michelangelo (anni 80).

Grazie al lavoro instancabile dei suoi fotografi e alla collaborazione con partner e altri archivi storici, in particolare segnaliamo le campagne fotografiche dell’editore De Agostini, oggi consultabili presso l’archivio New Picture Library, Scala ha raccolto nel corso dei decenni migliaia di immagini che oggi costituiscono spesso l’unica testimonianza visiva di luoghi distrutti o irrimediabilmente compromessi. Ogni fotografia diventa così un documento storico prezioso, un frammento di eternità strappato al tempo e alla distruzione. Questi archivi non solo permettono alle generazioni future di conoscere ciò che è andato perduto, ma offrono anche materiale fondamentale per eventuali progetti di ricostruzione e restauro. In un’epoca in cui la documentazione digitale rischia di essere effimera, il valore degli archivi fotografici professionali – con la loro cura nella catalogazione, conservazione e accessibilità – diventa ancora più strategico per la missione stessa dell’UNESCO. 

L’impegno di archivi come Scala nel documentare sistematicamente il patrimonio mondiale rappresenta così un contributo parallelo e complementare all’azione dell’UNESCO: mentre l’organizzazione lavora per proteggere fisicamente i siti, gli archivi fotografici ne preservano la memoria visiva, creando un ponte tra il passato perduto e le generazioni future. 

Se vuoi approfondire questo tema o stai cercando un sito specifico, contatta il nostro team di ricercatori esperti e troverai l’immagine giusta per il tuo progetto. 

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In copertina: Interno del Tempio Grande di Ramesse II, Abu Simbel (Patrimonio dell’Umanità Unesco, 1979), Egitto. Civiltà egizia, Nuovo Regno, XIX dinastia. – DE46012

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