Duecento anni fa, il 5 maggio 1821, durante il suo esilio sull’isola di Sant’Elena, moriva Napoleone Bonaparte.
La sua figura ha avuto un grosso impatto sulla vita politica e sociale del XIX secolo e la sua morte colpì fortemente l’opinione pubblica di quel tempo.
Dopo aver appreso la notizia, accompagnata dalla scoperta della conversione cristiana di Napoleone sul letto di morte, Alessandro Manzoni decise di scrivere in sua memoria la famosa ode Il cinque maggio, diventata poi punto di riferimento di tutta la letteratura italiana.
Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,
Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà…
Un incipit che la maggior parte di noi avrà studiato a scuola e che ben ricorderà per celebrare la grandezza e la sconfitta del Napoleone Bonaparte, figura carismatica di inizio dell’800.
Napoleone Bonaparte nacque il 15 agosto 1769, nell’isola della Corsica nel Mar Mediterraneo.
Generale militare francese, fu il primo imperatore di Francia e uno dei più grandi leader militari del mondo. Molti furono i cambiamenti introdotti da questo storico personaggio. Napoleone, infatti, rivoluzionò l’organizzazione e l’addestramento militare, sponsorizzò il Codice napoleonico, riorganizzò l’istruzione e stabilì il Concordato di lunga durata con il papato.
Nel 1812 Russia, Gran Bretagna e Svezia si allearono con altre nazioni, facendo nascere la quarta coalizione. Napoleone, nel tentativo di abbatterla, cercò di invadere la Russia con 600.000 uomini, la “Grande Armata”, ma il suo tentativo si trasformò in una dolorosa sconfitta che costò la vita di 500.000 uomini.
Le nazioni coalizzate invasero la Francia, e il 4 marzo 1814 Parigi venne occupata dalle truppe nemiche. Napoleone fu costretto ad abdicare in favore del figlio, a rinunciare alla totalità dei suoi poteri ed, infine, fu mandato in esilio all’Elba, una piccola isola al largo delle coste italiane.
Durante il suo esilio, Napoleone vide Austriaci, Prussiani, Inglesi e Russi, spartirsi, nel corso del Congresso di Vienna, quello che era stato il Suo Grande Impero e sognava di riconquistare il potere.
Nel marzo 1815 fuggì dalla prigionia e, sbarcato in Francia, iniziò a riorganizzare il suo esercito e riprese il potere sotto il breve Regno dei Cento Giorni.
Il 18 giugno 1815 lo aspettava però la disfatta sui campi di Waterloo. Sconfitto definitivamente, Napoleone fu condotto su una nave militare ed esiliato a Sant’Elena, piccola isola nell’Oceano Atlantico. Per lui però non ci fu nessun processo e non fu emessa nessuna condanna e fu lasciato libero di muoversi sull’isola come voleva, pur sotto la sorveglianza di un contingente militare inglese. L’isola di Sant’Elena, ancora possedimento britannico, era ed è, infatti, talmente remota e sperduta che rese impossibile ogni tentativo di fuga a Napoleone.
Confinato nella lontana Isola di Sant’Elena, Napoleone Bonaparte morì, a 52 anni non compiuti, il 5 Maggio 1821.
La figura di Napoleone viene rappresentata in diverse opere chiamate a svolgere una funzione propagandistica ed elogiativa e per rafforzarne il consenso.
L’evoluzione dell’iconografia napoleonica segue gli sviluppi delle vicende politiche e si accompagna al passaggio dall’immagine rivoluzionaria a quella più ufficiale e regale, propriamente imperiale.
IL SOLDATO
Jacques-Louis David fu il ritrattista ufficiale di Napoleone e con i suoi ritratti di propaganda contribuì a creare l’immagine ufficiale dell’Imperatore. Tanto che nel 1804, decorato con la Legion d’onore, fu nominato da Napoleone primo pittore dell’Impero.
L’UOMO DI STATO
Nell’opera, Napoleone Primo Console, Andrea Appiani fa emergere dall’atteggiamento e dallo sguardo la dignità e la forza interiore del soggetto. Napoleone nominò Appiani, primo pittore del re d’Italia e gli conferì ambiti riconoscimenti.
L’EROE DIVINIZZATO
In questo quadro il pittore Ingres, allievo di David, raffigura Napoleone quasi come una divinità greca. Noto anche come Sua maestà l’imperatore dei francesi sul suo trono sottolinea la potenza e la grandezza dell’imperatore in tutto il suo sfarzo ad iniziare dalla grande poltrona fino al manto con le api e la collana d’oro. I simboli del potere imperiale francese sono ben visibili: lo scettro di Carlo V nella mano destra e la mano di giustizia di Carlo Magno nella sinistra. Nel corso della storia è diventato uno delle più celebri opere che rappresentando il generale all’apice della sua carriera politica.
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