In occasione dell’inaugurazione del nuovo Grand Egyptian Museum (GEM), Scala è lieta di portarvi all’interno dell’archivio per un viaggio dedicato all’archeologia e alle curiosità dell’antico Egitto. Dalle scoperte della Valle dei Re, accuratamente fotografate per DeAgostini Editore e oggi disponibili presso New Picture Library, alle novità architettoniche progettate dallo studio irlandese Heneghan Peng Architects, grazie all’archivio Scala è possibile tracciare un racconto per immagini che collega il passato e il presente.
Dopo oltre vent’anni di attesa, il Grand Egyptian Museum (GEM) ha finalmente aperto le sue porte al pubblico il 4 novembre 2025, inaugurando una nuova era per l’archeologia egiziana. Situato a soli 2 chilometri dalle leggendarie Piramidi di Giza, questo colosso culturale è già stato soprannominato “la quarta piramide” per le sue dimensioni monumentali e il suo impatto.
Con una superficie di circa 500.000 metri quadri e oltre 100.000 reperti esposti, il GEM non è semplicemente un museo: è un’esperienza immersiva che racconta 5.000 anni di storia della civiltà egizia attraverso tecnologie all’avanguardia.
L’esperienza inizia già dall’ingresso, dove i visitatori sono accolti dalla maestosa statua alta 11 metri di Ramses II, risalente a 3.200 anni fa. Da qui, una scalinata monumentale di sei piani conduce attraverso circa 60 reperti straordinari verso le 12 gallerie principali, offrendo una vista mozzafiato sulle piramidi. Il fiore all’occhiello del museo è la Galleria di Tutankhamon, uno spazio di 7.500 metri quadri che per la prima volta riunisce l’intera collezione di oltre 5.000 oggetti rinvenuti nella tomba del giovane faraone nel 1922, compresa la celeberrima maschera funeraria in oro.
Nonostante oltre un secolo di scavi intensivi, gli archeologi concordano sul fatto che la Valle dei Re, sulla riva occidentale del Nilo di fronte a Luxor, custodisca ancora tombe non scoperte. Fino ad oggi sono state identificate 65 tombe reali, ma le tecnologie di scansione moderne come il georadar suggeriscono la presenza di camere sepolcrali ancora sepolte sotto la sabbia. La scoperta della tomba intatta di Tutankhamon nel 1922 da parte di Howard Carter ha rivoluzionato l’archeologia, ma ha anche dimostrato quanto possa essere casuale trovare tesori nascosti per millenni. Ogni nuova scoperta nella valle continua a riscrivere ciò che sappiamo sulla XVIII, XIX e XX dinastia.

Contrariamente al mito popolare alimentato da film e romanzi, le piramidi di Giza non furono erette da schiavi, ma da lavoratori specializzati e stagionali ben retribuiti. Gli scavi archeologici presso gli insediamenti operai vicino alle piramidi hanno rivelato prove di un sistema organizzato di lavoro, con alloggi, cucine comunitarie e persino cure mediche per i costruttori. I lavoratori ricevevano razioni generose di carne, pesce e birra, e i graffiti trovati all’interno delle piramidi mostrano l’orgoglio delle squadre che si sfidavano nella costruzione. Si stima che circa 20.000-30.000 lavoratori abbiano partecipato al progetto della Grande Piramide di Cheope, ruotando stagionalmente quando il Nilo inondava i campi agricoli.

Prima della scoperta della Stele di Rosetta nel 1799 da parte dei soldati napoleonici, i geroglifici egizi rimanevano un mistero indecifrato. Questa lastra di granodiorite nera, risalente al 196 a.C., contiene lo stesso testo scritto in tre scritture diverse: geroglifici, demotico e greco antico. Fu proprio la presenza del greco antico, lingua conosciuta, che permise a Jean-François Champollion di decifrare i geroglifici nel 1822, aprendo improvvisamente le porte alla comprensione di 3.000 anni di scrittura egizia. Oggi conservata al British Museum, questa pietra rappresenta una delle scoperte archeologiche più significative della storia, trasformando l’egittologia da curiosità antiquaria a scienza storica rigorosa.
4. La mummificazione era una scienza complessa e costosa
Il processo di mummificazione nell’antico Egitto era molto più sofisticato di quanto si pensi comunemente. Richiedeva 70 giorni per essere completato e coinvolgeva conoscenze avanzate di chimica, anatomia e preservazione. Gli imbalsamatori rimuovevano gli organi interni (conservati nei vasi canopi), essiccavano il corpo con natron (un sale naturale), lo ungevano con resine e oli, e lo avvolgevano in lini specifici con amuleti protettivi inseriti tra gli strati. Non tutti potevano permettersi questo trattamento: esistevano diversi “pacchetti” di mummificazione, dal più elaborato per faraoni e nobili, a versioni economiche per classi meno abbienti. Gli studi moderni sulle mummie con TAC e DNA hanno rivelato malattie, diete, cause di morte e persino legami familiari tra i faraoni.
L’Egitto antico vantava una tradizione medica sorprendentemente avanzata, documentata in papiri come quello di Edwin Smith (circa 1600 a.C.), il più antico trattato chirurgico conosciuto. I medici egizi sapevano suturare ferite, immobilizzare fratture, eseguire trapanazioni craniche e persino operazioni rudimentali alla cataratta. Utilizzavano oltre 700 rimedi farmaceutici diversi, alcuni dei quali sono stati confermati dalla scienza moderna come efficaci, come l’uso di miele come antibatterico o del salice (contenente acido salicilico, precursore dell’aspirina) come antidolorifico. La medicina era specializzata: esistevano dentisti, oculisti, gastroenterologi e proctologi. L’approccio era pragmatico, combinando osservazioni empiriche con elementi magico-religiosi, ma i risultati erano impressionanti per l’epoca, tanto che i medici egizi erano richiesti nelle corti di tutto il Mediterraneo e Medio Oriente antico.

L’antico Egitto è un argomento straordinariamente ricco e complesso, che continua ad affascinare studiosi, editori e creativi di tutto il mondo. L’Archivio Scala rappresenta le collezioni di prestigiosi musei internazionali come il British Museum, il Louvre, il Metropolitan Museum of Art e molti altri, offrendo accesso a un patrimonio iconografico incomparabile sull’arte e l’archeologia egizia.
Grazie a questa vasta rete di collaborazioni, Scala si configura come il luogo privilegiato dove condurre ricerche iconografiche approfondite e di alta qualità, ideale per arricchire e dettagliare progetti editoriali, educativi e creativi dedicati a questa affascinante civiltà millenaria. Contattaci per ulteriori informazioni.
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In copertina: Egitto – Il Cairo – Antica Menfi (Patrimonio UNESCO dal 1979). Piramidi dei re Cheope, Chefren e Micerino a Giza – DA46658