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26 Gennaio 2023

Pablo Picasso in 10 opere. Breve guida su un genio del Novecento

Raccontare Pablo Picasso riassumendo in pochi paragrafi la vita d’uomo e di artista sarebbe riduttivo. Per partecipare al grande anniversario del 2023, dedicato ai 50 anni della morte di questa icona del Novecento, abbiamo selezionato 10 opere d’arte, scelte per voi...

Raccontare Pablo Picasso riassumendo in pochi paragrafi la vita d’uomo e di artista sarebbe riduttivo. Per partecipare al grande anniversario del 2023, dedicato ai 50 anni della morte di questa icona del Novecento, abbiamo selezionato 10 opere d’arte, scelte per voi nel nostro archivio grazie alle collezioni che Scala rappresenta in tutto il mondo. Ogni opera rappresenta idealmente una tappa nella vita dell’artista e ci offre lo spunto per attivare altri percorsi, per lo più visivi, che contribuiscono a comporre questa nostra breve guida.

Picasso nasce il 25  ottobre 1881 a Malaga in Spagna e non impiega che pochi anni della sua lunga esistenza per imporsi come indiscutibile genio. L’arte è il suo campo d’azione ma la sua influenza e le sue intuizioni verranno spesso accostate a quelle di altri personaggi notevoli del Novecento, come per esempio Albert Einstein, al quale è spesso accomunato per la rivoluzionaria concezione di dimensione spazio-temporale. Noti gli amori e le molte donne che hanno circondato l’artista, gli amici artisti, musicisti e intellettuali tra i più originali del secolo scorso, le passioni per la Spagna e l’Antico. Pablo Ruiz y Picasso muore a 92 anni, l’8 aprile 1973, a Mougins in Francia. 

Oltre 40 tra mostre ed eventi celebreranno a livello mondiale per tutto il 2023 l’eredità artistica di Picasso, simbolo dei diritti umani e della libertà d’espressione.

“Life” e il periodo blu  

Il periodo blu è il primo con cui i manuali e le biografie iniziano il racconto stilistico di Pablo Picasso, definendone la produzione artistica tra il 1901 e il 1904. Come per il successivo periodo Rosa, Picasso si concentra sul monocromo. La riduzione della tavolozza ai soli colori freddi non è solo una scelta intima ed espressiva. Picasso era allora poverissimo, non aveva ancora incontrato il successo. La sua ossessione per i temi della miseria umana e dell’alienazione sociale raggiunge il culmine con questo dipinto.

Alcune curiosità su quest’opera:

Le prime radiografie effettuate nel 1978 hanno rivelato un’opera precedente, nascosta sotto la superficie del dipinto. Dopo vari studi e ricerche tra gli scritti dell’artista, la storica dell’arte Marilyn McCully identificò il dipinto sottostante come Last Moments, un’opera di grandi dimensioni che si pensava fosse andata perduta. Il soggetto è una donna sul letto di morte con una figura, presumibilmente un sacerdote, in piedi ai piedi del letto.

Degna di nota anche la storia collezionistica di quest’opera, giunta fino a Cleveland. Il primo acquirente fu Sebastià Junyent, che nel 1904 per 500 pesetas la comprò direttamente da Picasso a Barcellona insieme a The Old Jews. L’opera passò poi dal più che noto Ambroise Vollard per finire in America già prima della seconda guerra mondiale. Nel 1937 viene segnalato il passaggio presso la Rhode Island School of Design di Providence (RI) e nel 1945 la Jacques Seligmann & Co di New York lo vendette al Cleveland Museum of Art, che oggi espone l’opera nella sua collezione permanente.

Getrude Stein, un’amicizia e un ritratto

Gertrude Stein, 1906 – Metropolitan Museum of Art, New York, USA.

In questo ritratto Picasso è già arrivato al cubismo. E’ il 1905 quando iniziano le moltissime sedute di Gertrude Stein (90!) nello studio dell’artista. Tuttavia  il primo dipinto fu poi distrutto e realizzato di nuovo nell’autunno dell’anno successivo, senza nemmeno incontrare la donna. Il viso della Stein infatti è simile a una maschera arcaica, tema di studio di Picasso durante il soggiorno estivo a Gósol, in Spagna.

Gertrude Stein (1874-1946), scrittrice americana. Jewish Chronicle, Londra, Gran Bretagna

Amica, collezionista e prima mecenate del giovane pittore spagnolo a Parigi, Gertrude Stein era l’anima del salotto di rue de Fleurus 27. Gertrude, giunta dagli Stati Uniti nel 1902 insieme al fratello Leo, era solita ospitare ogni sera artisti e intellettuali come Cézanne, Renoir, Toulouse-Lautrec, Matisse, Derain, Braque, Duchamp, Man Ray, Picabia, Francis Scott Key Fitzgerald, John Ernst Steinbeck, Thomas Stearns Eliot, Dos Passos, Isadora Duncan. Tra questi c’era anche l’emergente e focoso Picasso.

Le Demoiselles e il cubismo

Les Demoiselles d’Avignon, 1907 Museum of Modern Art (MoMA), New York, USA

Considerato il manifesto del Cubismo, l’opera segna una rottura radicale rispetto alla pittura coeva, tanto nella composizione quanto nel soggetto, e seppur evochi nudi “classici”, è audace e provocatoria. Nessuna idealizzazione di bellezza, i volti delle donne sono maschere (le stesse maschere viste dall’artista al Musée d’Ethnographie du Trocadéro di Parigi). 

Il titolo Les Demoiselles d’Avignon fu dato all’opera all’epoca della sua prima esposizione pubblica, presso il proprio studio, originariamente era stato presentato come Le bordel philosophique. Avignone infatti è un riferimento a una strada di Barcellona famosa per i suoi bordelli. 

Questa celebre opera è conservata al MoMA di New York dal 1939, anno in cui venne acquistata grazie al primo direttore del museo, il celebre Alfred H. Barr, Jr.

‘Les Demoiselles d’Avignon’ (1907) di Pablo Picasso, visionato dagli Amministratori e associati al momento della sua acquisizione da parte del Museo. Da sinistra a destra: John Hay Whitney, la signora William T. Emmet, Jr., A. Conger Goodyear, Nelson A. Rockefeller, la signora John S. Sheppard, Edsel Ford ed Elizabeth Bliss Parkinson (la signora John Parkinson, Jr.)

Scala è agente esclusivo a livello mondiale del MoMA. Vuoi approfondire con alcuni audio la conoscenza di quest’opera? Guarda qui

La musica

Le Violon, 1914 – Musee National d’Art Moderne – Centre Pompidou, Parigi, Francia

Tra i soggetti presenti nelle opere del Cubismo analitico troviamo spesso strumenti musicali, in particolare a corda come violino, chitarra e mandolino. E’ noto che in questo periodo i papier collé di Braque e Picasso siano ricchi di oggetti quotidiani, e come tali gli strumenti musicali sono anche testimonianza delle strette amicizie con illustri musicisti, già in atto e che arriveranno, come Satie, Stravinski, Falla e Milhaud. D’altra parte il corpo cavo di questi oggetti e il movimento delle corde permettono all’artista una ricerca sui volumi, sui contrasti materici derivanti da materiali differenti, sul movimento della vibrazione. 

Il Centre Pompidou di Parigi conserva diverse opere di questo periodo di Braque e Picasso, visita una selezione dal nostro archivio il quale In Italia e UK Scala rappresenta come agente ufficiale ed esclusivo questo museo tramite RMN.

Il recupero dell’antico

Deux femmes courant sur la plage (The Race), 1921, Musée Picasso, Paris, France

Picasso fu un grandissimo osservatore, e un profondo conoscitore di epoche e stili. L’antichità sarà una costante. La visita di Picasso alle rovine di Pompei ed Ercolano nonché del Museo Archeologico di Napoli nel 1917 influenzò profondamente la produzione dei primi anni Venti, nota coma come neo-classica. Dopo la guerra le tele dell’artista si affollano di figure colossali.

Contribuì come fonte di ispirazione per quest’opera anche la visita nell’estate del 1921, mentre si trovava in villeggiatura a Fontainebleau, alla mostra  Dessins du XVIème siècle. La mostra presentava opere di artisti del Rinascimento, come Primaticcio, Rosso Fiorentino e Niccolò dell’Abate, provenienti dalla collezione privata di Jean Masson.

In questa opera trionfano due donne sinuose con capelli fluenti. L’atmosfera è mediterranea, i colori sono vividi. C’è un certo senso di pienezza che conduce alla gioia di vivere, contro la guerra. Anche la corsa diventa una danza, forse ispirata agli allenamenti quotidiani della moglie Olga, ballerina. Ricordiamo anche che il 1921 è l’anno di nascita del figlio Paulo. Il lieto evento contribuisce a rendere quest’opera un vero e proprio inno alla gioia ritrovata della vita.

Vuoi vedere altre immagini del Musée Picasso di Parigi? Ecco qui una selezione. In Italia e UK Scala rappresenta come agente ufficiale ed esclusivo questo museo tramite RMN. 

Picasso, le donne e la scultura

Nel giugno del 1930, Picasso acquista il castello di Boisgeloup, vicino a Gisors in Normandia, e trasforma le scuderie nel suo studio. L’enorme spazio a disposizione gli permette di sperimentare in maniera più decisa la scultura, anche di grande formato. Il periodo di Boisgelup è segnato dalla crisi matrimoniale con Olga, dalla quale si separerà ufficialmente nel 1936 e alla quale lascerà questa proprietà, e dall’amore per Marie-Thérèse Walter, da cui Picasso avrà una figlia, Maia, nata nell’autunno del 1935. 

Molte delle opere scultoree di questo periodo raffigurano Marie-Thérèse. Questo ritratto la raffigura come dea della fertilità. I riferimenti più immediati sono la rappresentazione preistorica della Venere di Lespugue e una maschera africana della dea Nimba.

Guarda le foto di Brassai in un famoso servizio realizzato per il primo numero della rivista «Minotaure» (giugno 1933).

Guernica, storia di un’opera d’arte

Guernica, 1937 – Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid, Spain

Senza dubbio Guernica è la più iconica opera di Pablo Picasso. La tela conservata al Museo Reina Sofía di Madrid, le cui dimensioni (3,5×7,8m), ricordano (?) un murales, è nota per il suo messaggio politico e il riferimento alla guerra civile spagnola.

Ci sembra quindi più interessante raccontare come Guernica giunse al museo che attualmente lo custodisce, e quale fu il suo viaggio tra gli Stati Uniti e l’Europa.

Commissionata dal Governo Repubblicano Spagnolo per rappresentare il paese all’Esposizione mondiale di Parigi del 1937, fu concepita da Picasso dopo il bombardamento della città di Guernica del 27 aprile 1937 e ultimata in soli due mesi nello studio di Rue des Grands Augustins a Parigi, appena in tempo per essere esposta. Finita l’Expo Guernica fu messa al servizio del governo repubblicano per sostenere le raccolte fondi del Comitato Profughi Spagnoli grazie alle mostre in Scandinavia, in Inghilterra e in molte città degli Stati Uniti. Nel 1939, per evitare che l’opera subisse danni, Picasso affidò il dipinto al MoMA di New York, dove rimase in “deposito” per oltre quarant’anni per volontà stessa dell’artista. 

Il quadro riapparve una prima volta in Europa nel 1953, a Milano, in una retrospettiva di Picasso contro la guerra, cui seguirono altre mostre a Parigi e in Germania. Nel 1969 il governo spagnolo lo reclamò come proprietà statale, ma Picasso stabilì che il dipinto sarebbe tornato solo dopo la fine della dittatura. Morto Franco, negli anni Ottanta il governo spagnolo riuscì nell’intento di riportare in Spagna Guernica, dimostrando con una ricevuta di 150mila franchi che era stata commissionata dal governo stesso. L’opera fu esposta prima al Casón del Buen Retiro, appartenente al Museo Nacional del Prado, e dal 1992 al Museo Reina Sofía, presso la collezione permanente. 

Vuoi dare un’occhiata ai documenti e alle fotografie di conservazione di Guernica al MoMA? Ecco una selezione.

Picasso e i suoi figli

Recentemente scomparsa, María de la Concepción Ruiz-Picasso, soprannominata Maya, fu la prima figlia dell’artista, nata nel 1935 dall’unione con Marie-Thérèse Walter. Raffigurata in molte delle opere di Picasso, qui la troviamo bambina con una bambola in grembo.

Nonostante il prematuro allontanamento dalla prima famiglia, Picasso rimase sempre molto legato alla primogenita. Per molto tempo Maya rimase la confidente del padre, l’unica ammessa nello studio senza orario, anche di notte quando l’artista preferiva dipingere. 

Maya ha dedicato molta parte della sua vita a proteggere e divulgare l’opera del artista: “Vivere con la sua opera mi ha permesso di stare con lui nel mondo soprannaturale che ci ha lasciato”.

Guarda una gallery con altri ritratti dei figli di Pablo Picasso

Dora Maar, non solo l’amante di Picasso

Tra le donne di Pablo Picasso ci piace tracciare il profilo di Dora Maar, per via della sua carriera da fotografa, spesso offuscata dall’artista spagnolo con il quale intrattenne una tormentata relazione tra il 1935 e il 1944 circa.  

Al secolo Henriette Theodora Markovitch (1907-1997), figlia di un architetto croato e di un’imprenditrice della moda parigina, Dora Maar crebbe tra Buenos Aires e Parigi. A Parigi sviluppò la passione della fotografia, specializzandosi in fotografia di strada. Negli anni venti incontrò e frequentò circoli dei surrealisti, avvicinandosi a Henri Cartier-Bresson, André Breton e Brassaï. Strettissimo il rapporto con Man Ray, di cui fu anche modella. I suoi scatti furono esposti nelle mostre dei surrealisti, tuttavia l’incontro con Picasso la allontanò dal suo talento, dopo la relazione con l’artista, infatti, abbandonò per sempre la macchina fotografica, accostandosi invece alla pittura ma in maniera molto più schiva e riservata.

Guarda qui una selezione di scatti d’autore di Dora Maar

La Tauromachia e altre storie nello studio di Picasso

Picador carica il toro con la sua lancia, tavola 12 dal libro illustrato ‘La Tauromaquia’, 1957-1959 – Museum of Modern Art (MoMA), New York, USA

Il Toro, simbolo della patria dell’artista, è un iconografia ricorrente in tutta la produzione di Pablo Picasso. Nella Tauromachia, così come nella Minotauromachia, però è il movimento del toro ad essere al centro. Il movimento diventa quasi una danza, come si può notare in questa serie di incisioni dedicate alla Tauromachia della fine degli anni Cinquanta. 

Questo periodo artistico è per Picasso dedicato alla reinterpretazione dell’arte dei maestri, come testimoniamo una serie di lavori ispirati al dipinto Las Meninas di Velazquez e anche – come nella Tauromachia – a Goya. Il periodo coincide in parte con il trasferimento dell’artista a Villa La Californie presso Cannes, in Francia, tra il 1955 e il 1961.

Pablo Picasso e Jacqueline Roque ballano davanti a ‘Baigneurs ‡ la Garoupe’ nello studio de La Californie, Cannes, nel luglio 1957. Musèe national Picasso, Parigi, Francia

Guarda questa gallery per uno sguardo nell’atelier di villa La Californie

Le opere di Pablo Picasso sono presenti nelle più importanti collezioni museali e private del mondo. Se non hai trovato le immagini che cerchi in questo blogpost o nelle gallery associate, puoi approfondire la ricerca nel nostro sito oppure contattarci per una ricerca mirata. Saremo felici di cercare per te anche offline.

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In copertina: Halasz Gyula Brassaï (1899-1984), Picasso al Café de Flore, alla sua sinistra Jame Sabartés suo amico e segretario, 1939

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