Per celebrare gli 85 anni dalla scoperta delle grotte di Lascaux Scala Archives ti invita in un viaggio alla scoperta dell’arte, degli enigmi e dei misteri che si celano all’interno di una delle più interessanti scoperte del XX secolo.
Grazie all’esclusiva collaborazione tra Scala e il Centre Des Monuments Nationaux francese, e tramite video, reportage fotografici e ricostruzioni disponibili nel nostro archivio, puoi immergerti nell’affascinante mondo della preistoria.
La scoperta delle Grotte di Lascaux, avvenuta il 12 settembre 1940, si basa sulla curiosità e sul caso. Quattro adolescenti, Marcel Ravidat, Jacques Marsal, Georges Agnel e Simon Coencas, vagando per il sud-ovest della Francia, si imbattono nella grotta cercando un cane smarrito. Questo fortuito incontro avrebbe portato a una delle scoperte archeologiche più significative del XX secolo: circa 600 pitture rupestri, con vari soggetti, che hanno aiutato a rimodellare la nostra comprensione delle culture preistoriche.
La grotta di Lascaux, profonda un centinaio di metri, si sviluppa in due lunghe gallerie ricoperte di impressionanti e spettacolari pitture rupestri che risalgono a circa 17.000 anni fa, e offrono uno sguardo alla vita, alle credenze e agli ambienti circostanti degli esseri umani che la crearono.
Si pensa che la grotta fosse stata utilizzata, almeno la parte dell’ingresso dove la luce poteva illuminare lo spazio, come abitazione temporanea per permettere la decorazione delle pareti e delle volte.
Nelle parti più profonde della grotta sono stati ritrovati reperti di lampade che venivano utilizzate per illuminare le pareti ma non oggetti di uso quotidiano.
Le domande che scaturiscono dalla scoperta di questo sito sono varie: i dipinti erano puramente decorativi o avevano un ruolo funzionale nei rituali e nella comunità? Queste domande rimangono tuttora senza risposta, lasciando un alone di mistero sulle grotte di Lascaux.
La grotta di Lascaux è ricoperta, sia sulle pareti sia sulle volte, da circa 600 figure, per la maggior parte animali – cavalli, cervi e uri – che regalano uno sguardo sulla fauna dell’epoca e mostrano lo stretto legame che esisteva fra gli esseri umani e la natura. Una delle parti più interessanti di questi dipinti è la rappresentazione dinamica degli animali. I contorni delle pareti della grotta vengono utilizzati per creare un senso di movimento e profondità, spesso raffigurando animali in azione: corrono, saltano e interagiscono tra loro.
I pittori impiegavano una grande varietà di pigmenti naturali provenienti da minerali e piante. I rossi e i gialli che provenivano dall’ocra, i neri dal biossido di manganese e i bianchi dal gesso: questo sottolinea una profonda comprensione dei materiali a disposizione. Questi pigmenti venivano probabilmente mescolati o con grasso animale o con acqua, creando una versatile vernice. Gli strumenti utilizzati erano pennelli ricavati da peli di animali o tecniche di soffiaggio che forse coinvolgevano ossa scavate, come precursori di un aerografo.
Nell’atrio lo sguardo non può distogliersi dalla volta nota come la Rotonda o Sala dei Tori, con le raffigurazioni di numerosi bovini selvatici (di dimensioni tra i 4 e i 5 metri ognuno) tra cui, oltrepassata la Sala, il possente Uri.
Addentrandosi nella caverna, il percorso si separa in due vie: a sinistra verso il Diverticolo Assiale, ricco di raffigurazioni di animali di diversa specie, a destra il Passaggio con un secondo bivio.
Immergiti nella grotta originale grazie ai nostri video!
A destra del passaggio si trova l’Abside, uno spazio profondo circa 5 metri, completamente ricoperto da oltre mille raffigurazioni.
Lasciato l’Abside si arriva al Pozzo separato dalla grotta da uno strapiombo. Qui si trova la raffigurazione più misteriosa di tutta Lascaux: un uomo con la testa di uccello e di fronte un bisonte sventrato.
Gli studiosi non sono ancora riusciti ad attribuire un significato preciso a questa rappresentazione. Una delle teorie più condivise è che l’uomo rappresenti uno sciamano, una figura di leader spirituale con l’abilità di comunicare con il sovrannaturale. L’uomo-uccello è spesso associato a stati di estasi e trascendenza, suggerendo che possa incarnare la connessione tra il mondo terreno e quello celeste.
In questo contesto, gli sciamani, utilizzando simboli come l’uccello, agiscono come mediatori tra le due dimensioni, trasmettendo conoscenze e visioni attraverso rituali e danze. La rappresentazione dell’uomo con testa di uccello, quindi, non è solo un simbolo mitologico, ma può anche riflettere una comprensione profonda dei fenomeni naturali e celesti, evidenziando l’importanza della spiritualità antica e della paleoastronomia.
Infine, la Navata termina con la Sala dei Felini, dove si trova la massima concentrazione di dipinti lungo una superficie di 250 metri.
La conservazione di Lascaux è diventata una preoccupazione sin dalla sua scoperta. Dopo che la grotta fu aperta al pubblico nei primi anni ’40, si verificarono danni significativi a causa dell’aumento dell’umidità, dell’anidride carbonica e della muffa. In risposta, il governo francese chiuse la grotta nel 1963, avviando ampi sforzi di conservazione per proteggere questo inestimabile patrimonio culturale. L’apertura di Lascaux II, una replica meticolosamente realizzata della grotta originale, nel 1983 ha permesso ai visitatori di sperimentare l’arte senza mettere a repentaglio il sito originale.
Gli sforzi di conservazione ad oggi includono tecnologie avanzate di controllo del clima, monitoraggio continuo dell’ambiente della grotta e metodi innovativi per combattere muffe e batteri che minacciano i dipinti. Tale lavoro coinvolge vari settori: la collaborazione tra microbiologi, chimici e restauratori dell’arte, evidenzi la natura interdisciplinare necessaria alla conservazione del nostro magnifico patrimonio culturale.
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