Si avvicina la notte di Halloween!
Scopri le più belle immagini di Scala Archives con le raffigurazioni dei misteriosi Yōkai e delle loro più famose leggende conosciute in tutto il Giappone.
Grazie a prestigiose partnership internazionali con musei e archivi fotografici in tutto il mondo, Scala Archives mette a disposizione una ricca collezione di immagini raffiguranti le oscure creature dai poteri magici nate più di mille anni fa nei piccoli villaggi giapponesi.
Gli Yōkai (yō “stregoneria” e kai “apparizione misteriosa”) sono creature oscure della tradizione giapponese.
Uno tra i più autorevoli dizionari giapponesi, il dizionario Kojien, definisce lo yokai come una strana creatura o fenomeno che non può essere spiegato dalla conoscenza umana, un mostro.
Per secoli in Giappone ogni fenomeno insolito e oscuro veniva attribuito alle azioni di uno Yokai. Questa credenza era così diffusa e radicata da considerare ancora oggi gli Yokai responsabili di eventi inspiegabili.
Gli Yokai vivono tra realtà e ultraterreno e preferiscono vivere isolati.
Alcuni abitano luoghi naturali considerati sacri secondo lo shintoismo, la religione più antica del Giappone, come montagne, foreste e fiumi.
Altri preferiscono interferire con la vita quotidiana degli esseri umani, manifestandosi, come gli
tsukumogami, in utensili e oggetti tipici giapponesi.
Gli Yokai appaiono al calar del sole, quando il giorno termina per cedere il passo alle tenebre, e amano confondersi con le ombre delle giornate grigie e piovose.
Difficile stabilire il numero esatto di Yokai che fanno parte della cultura e della tradizione giapponese.
Ne esistono moltissimi e ognuno si manifesta in forme diverse.
Alcuni hanno sembianze animalesche, altri sono molto simili all’uomo. Anche oggetti apparentemente inanimati sono Yokai, altri addirittura non hanno sembianze.
Vengono considerati mostri, creature oscure, ma non per questo si possono considerare tutti indistintamente malvagi.
Si possono incontrare sia Yokai infidi (o semplicemente dispettosi) sia Yokai benigni, considerati porta fortuna.
La maggior parte di queste creature possiede poteri soprannaturali e li utilizza per fare del bene o del male.
Gli Oni sono tra gli Yokai più antichi conosciuti dai Giapponesi.
Sono forti e violenti, e secondo il buddismo sono i sorveglianti delle porte dell’inferno e torturatori dei dannati.
Possono avere sembianze di orchi o di demoni, sono riconoscibili per il colore rosso, le corna, le lunghe zanne e la mazza di ferro che brandiscono minacciosamente.
Se vi dovesse capitare di trovarvi in Giappone a inizio febbraio potrete assistere ai festeggiamenti dello Setsubun di primavera, il Risshun, il giorno che precede ogni cambio di stagione.
Durante il Setsubun le porte delle case vengono addobbate con teste di pesce essiccate e rami di agrifoglio per tenere a bada i terribili Oni!
Nella cultura moderna gli Oni sono diventati i protagonisti di storie per bambini con il ruolo di divoratori di innocenti.
La figura maligna degli Oni è strettamente legata a Shoki, il cacciatore di demoni. Tradizionalmente una figura eroica, Shoki brandisce una spada che simboleggia la sua capacità di sconfiggere il male. D’altro canto, gli Oni sono spesso ritratti come formidabili avversari che incarnano il caos e la malevolenza, rendendo il ruolo di Shoki ancora più critico nel mantenere l’equilibrio e l’armonia. Il rapporto tra Shoki e Oni evidenzia l’eterna lotta tra il bene e il male nelle narrazioni giapponesi, dove il coraggio di un singolo eroe può trionfare sull’oscurità che minaccia di inghiottire il mondo, rafforzando la credenza culturale nel potere della rettitudine e della protezione contro il danno spirituale.
I Tanuki sono gli Yokai più popolari in Giappone.
Creature capaci di mutare, possono assumere sembianze umane, ma anche oggetti di uso quotidiano.
Esseri sinistri e malvagi, nonostante nelle rappresentazioni vengono esaltati i loro aspetti più comici. I loro testicoli enormi spesso diventano sacche da portare in spalla, o ancora, tamburi; altre volte sono vele di una nave o mantelli per la pioggia.
I Tanuki sono diventati i protagonisti di numerosi proverbi giapponesi.
Toranu tanuki no kawazanyou (fare i conti del cuoio del tanuki che non si è ancora catturato) equivale al nostro “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” o ancora tanuki no neiri (sonno da tanuki) quando qualcuno finge di dormire per evitare circostanze fastidiose.
Considerati oggi portafortuna per le attività commerciali e per gli affari, spesso può capitare di vederli posizionati agli ingressi di negozi e ristoranti come simbolo di buona sorte. Sono riconoscibili per le loro fattezze simili ad un procione con una grande pancia, oltre ai testicoli enormi. Ai Tanuki sono stati inoltre dedicati numerosi templi giapponesi.
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I Tengu, la cui leggenda nasce molto probabilmente in Cina, vivono nella profondità delle montagne di cui ne sono i guardiani e vi si muovono con molta abilità: sussurrando, ridendo, suonando tamburi e seminando terrore.
Sono capricciosi e dall’indole non ben definita: possono essere affettuosi e amichevoli, ma anche malvagi e ostili.
Creature dispettose, spesso si manifestano con scherzi molto pesanti: incendiano villaggi, rapiscono bambini e, anche se raramente, mangiano persone.
I Tengu generalmente hanno sembianze di uomini-uccello, demoni-corvo, e sono riconoscibili per il loro naso pronunciato, a volte anche un becco, con ali sulla testa e capelli spesso rossi.
Le facce dei Tengu posso essere di colore rosso, verde oppure nero. Orecchie e capelli sono generalmente umani.
Infine, tra gli Yokai più famosi in Giappone, troviamo gli Tsukumogami, oggetti che prendono vita trasformandosi in Yokai.
Secondo la leggenda, ogni 100 anni, questi oggetti possono trasformarsi sia in uno spirito buono e amichevole, oppure un essere malvagio e nemico, se l’oggetto è stato maltrattato, abbandonato o scartato.
Narra la leggenda che intorno all’anno 1000 a Kyoto, venne fatta una pulizia radicale e tantissimi oggetti vennero gettati via. Questi oggetti, offesi e allontanati così in malo modo dalla vita quotidiana, sfilarono per le vie della città vendicandosi di chi li aveva gettati con disprezzo.
Uno Tsukumogami può manifestarsi nei più comuni oggetti quotidiani come gli utensili da cucina, attrezzi, strumenti musicali, vestiti, libri, mobili.
Ancora oggi, in alcune zone del Giappone, è tradizione portare gli oggetti malridotti in un santuario e terminare così la loro vita pacificamente e protetti da eventuali Yokai malvagi intenzionati a impossessarsene.
In Giappone, a fine ottobre, appena poco prima di Halloween, si organizza il festival Ichijo Hyakki Yakou, la “parata dei cento demoni” dove i partecipanti sfilano vestiti da Yōkai.
Le origini di questa parata risalgono intorno all’anno 1000 quando nacque la leggenda in cui figure soprannaturali e spesso paurose abbandonavano il loro regno e sfilavano per le vie di Kyoto seminando terrore e paura, da cui era necessario difendersi.
Due autori del tardo XIX secolo ci regalano diverse interpretazioni di questa folkloristica parata. Scopri questa magnifica rappresentazione della “Night Parade of One Hundred Demons” di Kawanabe Kyōsai, una vivace interpretazione di Hyakki Yakou che mescola umorismo e satira in splendide stampe su legno. L’opera di Tachibana Gadō presenta Hyakki Yakou in una visione più poetica e contemplativa. Attraverso composizioni delicate e un sapiente uso dei colori, Gadō mette in risalto l’armonia tra gli esseri umani e gli spiriti, evocando meraviglia e riflessione.
Il famoso studio cinematografico giapponese Ghibli con la produzione del film Pompoko evidenzia come ancor oggi la Night Parade of 100 Demons continua a essere parte della cultura popolare Giapponese. Nel film, infatti, si vede una night parade fatta esclusivamente di tanuki.
Nell’archivio Scala troverai raccolte numerose immagini delle opere di artisti giapponesi come Utagawa Kuniyoshi, Utagawa Yoshiiku, Kawanabe Kyosai, autori che – tra gli altri soggetti – hanno dipinto o illustrato scene in cui gli Yōkai scatenano i propri poteri.
Le immagini selezionate per questo approfondimento dedicato agli Yōkai giapponesi provengono dai più prestigiosi musei del mondo, tra cui il British Museum, il Victoria and Albert Museum, il Museum of Fine Arts of Boston.
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