Il 22 dicembre 2015, l’Assemblea Generale dell’ONU ha istituito la Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza, per riconoscere il ruolo fondamentale che le donne e le ragazze svolgono nella scienza e nello sviluppo tecnologico.
Oggi solo il 30% dei ricercatori sono donne. Perché vigono gli stereotipi che perpetuano la disuguaglianza di genere nell’accesso a campi di studio e di carriera scientifica, perché privarci dei talenti di metà dell’umanità?
Le bambine e le ragazze hanno bisogno di fiducia in sé stesse e di modelli a cui ispirarsi per sognare di diventare delle scienziate.
Per celebrare questa giornata, abbiamo scelto 8 donne e scienziate che vale la pena ricordare, non solo per il loro grande contributo al progresso scientifico, ma anche e soprattutto per il loro impegno nel promuovere il ruolo della donna all’interno della società.
LAURA BASSI (1771-1778)
La prima donna al mondo a ottenere una cattedra universitaria.
In un periodo storico dove le donne erano ovunque escluse dagli studi e dalle professioni intellettuali, Laura Bassi conseguì nel 1732 la laurea in Filosofia e in seguito, il Senato e l’Università di Bologna, le assegnarono una cattedra universitaria per l’insegnamento della Fisica, allora denominata filosofia naturale..
Donna di eccezionale ingegno riuscì a gestire la sua vita di madre di famiglia con la sua carriera accademica e nel 1776 ebbe la cattedra di fisica sperimentale nell’Istituto delle Scienze fondato da Marsili.
MARIE CURIE (1867-1934)
Due volte premio Nobel (1903; 1911), identifica insieme al marito Pierre Curie, l’esistenza del positrone e del neutrone, particelle costituenti l’atomo, scardinando l’ipotesi che l’atomo fosse la più piccola particella in cui era scomponibile la materia.
Ai coniugi Curie si deve la scoperta del radio e polonio, chiamato così in onore delle origini della scienziata.
La pericolosità del radio per la salute passò inosservata per un paio di decenni, e i Curie furono i primi a patire gli effetti collaterali, nel caso di Marie, fino alla morte.
I loro studi sulla radioattività sono stati la base fondamentale per la successiva ricerca nel campo.
Celebre la sua frase “Nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire”..
ELIZABETH GARRETT-ANDERSON (1836-1917)
È stata il primo medico inglese donna. Il medico era un lavoro da uomo e Elisabeth Garrett-Anderson fu costretta a studiare come semplice infermiera.
Quando finalmente la Sorbona di Parigi aprì anche alle donne, Elizabeth non ci pensò un attimo e si iscrisse all’università in Francia, dove si laureò nel 1870.
L’esperienza di discriminazione vissuta portò Elizabeth a diventare un’accanita attivista nella lotta per i diritti femminili. Partecipò al movimento che reclamava il diritto di voto anche per le donne e fondò il primo ospedale a conduzione esclusivamente femminile.
A coronamento delle sue ricerche e della volontà di promuovere l’emancipazione della donna nella scienza, Elizabeth Garrett-Anderson riuscì anche ad entrare nella British Medical Association, rimanendo l’unico membro femminile per più di 19 anni.
CAROLINE LUCRETIA HERSCHEL (1750-1848)
Un’altra pioniera nel suo campo fu Caroline Lucretia Herschel, britannica di origine tedesche che insieme al fratello William studiò e scoprì diverse comete
Il 1 agosto 1786 scoprì la sua prima cometa, detta anche “la cometa della prima donna”, grazie alla quale ricevette da Re Giorgio III un salario annuo come assistente di William, diventò così la prima donna a essere remunerata per un lavoro in campo scientifico
A lei dobbiamo la scoperta di nuove costellazioni, nebulose e stelle, e di almeno sei comete che portano il suo cognome.
Oltre ad essere la prima donna a scoprire una cometa, Caroline fu una fra la prime astronome ad essere ammessa alla prestigiosissima Royal Astronomical Society.
Nel 1828 la Royal Astronomical Society le conferì una medaglia d’oro per i suoi studi e le sue scoperte. Occorrerà attendere il 1996 per vedere un’altra donna insignita dello stesso premio (Vera Rubin).
MARIA GOEPPERT-MAYER (1906-1972)
Maria Goeppert-Mayer è entrata nella storia come la prima donna ad avere ottenuto il Nobel per la fisica teorica.
Il premio le fu assegnato nel 1963 per aver elaborato, insieme a Johannes Hans Daniel Jensen, il modello a guscio del nucleo atomico.
SP29548 BARBARA MCCLINTOCK (1902-1992)
La biologa statunitense Barbara McClintock fu una delle menti che cambiarono lo studio della genetica.
Barbara aveva mostrato una grande passione per la genetica fin dai tempi delle scuole superiori. A quell’epoca però i corsi all’Università di questa disciplina erano vietati alle donne. Fu così costretta a iscriversi a botanica per poi specializzarsi in citologia, studiando genetica come materia accessoria.
Studiando le pannocchie di granturco giunse a scoprire l’esistenza dei trasposoni, piccoli segmenti di DNA capaci di spostarsi da un cromosoma all’altro. Questa scoperta le valse il conferimento del Premio Nobel per la medicina nel 1983, con un ritardo di 35 anni dalla pubblicazione del suo lavoro.
ROSALIND FRANKLIN (1920-1958)
La Franklin diede un contributo determinante alla biologia molecolare, fornendo le prove sperimentali della struttura del DNA. Il premio Nobel per questa scoperta venne assegnato ai suoi colleghi Crick e Watsonche realizzarono il modello a doppia elica grazie alle fotografie della diffrazione ai raggi X del DNA scattate dalla Franklin che vennero sottratte dal laboratorio della scienziata.
La verità sull’ignobile misfatto fu rivelata solo molti anni dopo, dallo stesso Watson, nel suo libro “La doppia elica“, dove lo scienziato racconta l’episodio del furto.
RITA LEVI MONTALCINI (1902-2012)
Rita Levi Montalcini è la scienziata italiana più famosa; studiò medicina con Giuseppe Levi e si specializzò in neurologia e psichiatria. A causa delle leggi razziali del ’38 che escludevano gli ebrei dalle università, fu costretta a lasciare l’Italia, si rifugiò a Bruxelles dove accettò un posto di ricercatrice.
Rientrata a Torino, improvvisò nella sua camera un laboratorio in cui si dedicò agli studi sulla crescita dei nervi su cellule di embrioni di polli.
Nel 1986 le venne conferito il Nobel per la Medicina per le sue ricerche che portarono all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa Ngf.
Ancora oggi la sua scoperta contribuisce allo studio di malattie come tumori, Sla e morbo di Alzheimer.
Oltre al suo grande lavoro come ricercatrice, Rita Levi-Montalcini, si è impegnata per tutta la vita in opere benefiche e nella promotrice del ruolo della donna all’interno della società.
FABIOLA GIANOTTI (1962 – )
Per la prima volta una donna, Fabiola Gianotti, guida, dal gennaio del 2016, il Cern di Ginevra, cioè il più grande laboratorio scientifico del mondo. Tra il 2009 e il 2013, inoltre, è stata tra i leader del progetto ATLAS (Toroidal LHC Apparatus). ATLAS è uno dei due principali rivelatori del Large Hadron Collider (LHC) del CERN. Esperimenti che utilizzano ATLAS per scoprire il bosone di Higgs hanno portato all’annuncio della scoperta di una particella simile a Higgs nel 2012. Fabiola Gianotti e altri fisici del CERN hanno ricevuto premi in riconoscimento di questo lavoro, incluso il Fundamental Physics Prize nel 2012. Fabiola Gianotti è entrata al CERN nel 1987 ed è diventata la prima donna direttore generale nel 2016.
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