Scala è fiera di rappresentare a livello internazionale l’archivio fotografico di Gabriele Croppi, fotografo per rinomate riviste di viaggio, tra cui Bell’Italia, ma anche autore di raffinati progetti in bianco e nero sulla Metafisica del paesaggio urbano e insegnante di Fotografia dei Beni Culturali. Con questa intervista esclusiva vi accompagneremo alla scoperta dei suoi reportage e di ciò che rende questo fotografo un autore prezioso per arricchire il nostro archivio.
Gabriele nasce a Domodossola nel 1974. Vive e lavora a Milano.
La sua formazione lega indissolubilmente fin dal principio la fotografia e le altre arti: al diploma presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano segue la laurea in lettere moderne con una tesi dedicata a Pessoa (“Fernando Pessoa, eroe tragico dei due mondi”). Nel 2011 vince l’European Photo Exhibition Award, grazie al quale entra in un team internazionale che si dedica al progetto “Identità europea” sul tema dell’architettura e delle città, per poi esporre ad Amburgo, Lucca, Parigi e Oslo.
Perché hai scelto la Fotografia come mestiere?
Ho iniziato a dipingere a circa 13-14 anni. Poi a 17 anni è arrivata la fotografia, ed è stata un’automatica e naturale estensione della mia passione per l’arte. Da quel momento in poi non ho mai smesso di fare fotografie, o meglio di utilizzare la fotografia mettendola in relazione con le altre arti, come la pittura, l’architettura, la poesia, il cinema.
Che valore ha il tuo archivio, ossia cosa distingue le foto da smartphone da foto professionali?
A mio giudizio le fotografie fatte con il cellulare possono essere professionali allo stesso modo di quelle realizzate con altri strumenti. Ovviamente questa considerazione vale solamente per alcuni generi, non certamente per la costruzione di un archivio dedicato alle riproduzioni di opere d’arte. Più in generale, penso che ciò che renda una fotografia professionale, sia l’attitudine a lavorare con una certa progettualità, e con una precisa coscienza poetica ed estetica. Tutti possono fare delle belle singole immagini. Ma sono davvero pochi i fotografi che riescono a mettere in relazione tante belle singole immagini con un criterio preciso e maturato nel tempo.
Come per tutte le collezioni fotografiche che entrano a far parte dell’archivio Scala, il requisito essenziale è poter contare su scatti realizzati con grande professionalità, senza tempo, capaci di documentare con precisione la storia dell’arte e dell’architettura. Non manca tuttavia l’entusiasmo per archivi e fotografi che sappiano affiancare tutto questo a reportage contemporanei, per stile, e con uno sguardo curioso per il mondo in rapida evoluzione.
Guarda qui una gallery dedicata al reportage con interni ed esterni architettonici, vivaci dettagli della nostra quotidianità.
Scegli tre immagini fra quelle che hai affidato a Scala, che rappresentino il tuo stile. Cosa pensi di ciascuna?
Tutte le immagini che ho depositato a SCALA hanno un grandissimo valore perché hanno determinato il mio imprinting visuale, indispensabile per portare avanti una ricerca artistica incentrata sul rapporto fra fotografia ed altre arti. Se mi fosse concesso, preferirei evitare la sofferenza di dover scegliere tre sole immagini, limitandomi ad indicare i tre periodi della storia dell’arte che prediligo: l’arte medievale, il primo Rinascimento, e tutte le manifestazioni del Primo Novecento (la pittura metafisica, l’architettura razionalista, il cosiddetto “ritorno all’ordine”) che seppero guardare alla nostra storia e alle nostre origini classiche con un senso di rispetto senza per questo rinunciare alla possibilità di innovare.
Non volendo far torto alcuno al nostro fotografo, vi presentiamo il suo archivio attraverso tre scatti (scelti da noi) eseguiti a Milano (anche se troverete molte città estere fra le immagini di Gabriele nel nostro sito). Ogni scatto rappresenta un periodo della storia dell’arte.
Approfondisci ulteriormente Milano vista da Gabriele Croppi in questa Gallery.
Gli scatti di Gabriele Croppi possono essere licenziati in tutto il mondo per progetti editoriali e non solo. Contattaci per ulteriori informazioni su questa collezione, sui siti e sulle licenze per i tuoi progetti.
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In copertina: Museo delle culture (Mudec), Milano. Foto di Gabriele Croppi