Oggi vogliamo celebrare Chiara Dynys, artista fra le più quotate nel panorama dell’arte contemporanea italiana, che da quasi un decennio ha scelto Scala per rappresentare le immagini delle sue opere e il proprio diritto d’autore, onde divulgare il suo immaginifico lavoro in tutto il mondo.
Chiara Dynys nasce a Mantova. Si avvicina all’arte giovanissima, grazie alla scoperta di artisti del calibro di Jeff Wall e Bill Viola. Tutto il suo percorso creativo è costruito sull’idea che l’opera d’arte prima che un «oggetto» sia un luogo. E la luce è il linguaggio attraverso cui quel luogo si crea. Vetro, specchi, video, fotografia sono i materiali d’elezione per comporre una metafisica personale e allo stesso tempo universale. L’artista costruisce la propria poetica attraverso gli spazi, definiti in modo sempre diverso ma comunque capaci di coinvolgere nell’intimo lo spettatore.
A partire dagli anni ‘90 la Dynys viaggia tra Parigi, Milano, New York, la Germania e la Siria. Partecipa a numerose mostre, personali e collettive, in Italia e all’estero, presso musei pubblici e prestigiose istituzioni private, creando lucenti installazioni spesso basate su forme simbolo che richiamano concetti a lei cari – per esempio la soglia, che dà consistenza all’idea dell’andare oltre e del passaggio, o il libro, che è per Dynys il miglior strumento di risoluzione dei contrasti.
Oggi vive e lavora a Milano.
Tra i lavori più recenti ricordiamo: “Presepe” – Casamadre Arte Contemporanea, Napoli (23 novembre 2023 – 5 gennaio 2024); “Gate of Heaven” – Aeroporto di Milano Malpensa (18 ottobre 2023 – 8 gennaio 2024); “L’ombra della luce” – MART, Rovereto (22 aprile – 27 agosto 2023).
E con l’occasione vi segnaliamo l’installazione “Enlighttening Grimoires” presso il Museo Fortuny di Venezia, donata dall’artista nel maggio 2023. La prossima personale “Lo Stile”, a cura di Chiara Squarcina, Alessandro Catiglioni, Elisabetta Barisoni, verrà inaugurata con una conferenza stampa mercoledì 17 aprile 2024 presso le sale Dom Pérignon della Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro in concomitanza con la 60ª edizione della Biennale d’Arte.
Le opere di Dynys si trovano in importanti collezioni pubbliche e private, tra cui: Civiche Raccolte d’Arte, Milano; Mart, Rovereto; UBS Art Collection, Milano; Wolfsburg; Kunstasammlung, Weimar; Villa e Collezione Panza, Varese; LAC, Lugano e Fondazione Musei Civici di Venezia. Le sue opere sono state esposte nei principali musei e istituzioni culturali pubbliche e private, italiane ed internazionali, tra cui: Quirinale contemporaneo, Museum Bochmun, Bochmun; Kunstmuseum, Bonn; Rotonda di Via Besana, Milano; Palazzo Reale, Milano; Archivio Centrale dello Stato, Roma; GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Museo Poldi Pezzoli, Milano; Museo Correr, Venezia; Mattatoio, Roma; Fondazione Berengo, Murano; Casamadre Arte Contemporanea, Napoli. L’artista parteciperà alla prossima Biennale di Venezia con un’istallazione montata a Ca’ Pesaro, nelle sale Dom Perignon.
Chiara Dynys non solo collabora con laboratori specializzati per creare le sue opere, ma impiega anche assistenti, allestitori e consulenti per organizzare al meglio la sua attività espositiva. Ha contribuito a dimostrare che oggi le artiste viaggiano su un binario diverso dagli uomini, non migliore o peggiore, solo diverso, originale, autonomo.
Scala è lieta di festeggiare la Giornata Internazionale della Donna con un’intervista esclusiva all’artista.
Chiara, vuoi raccontarci un aneddoto o una storia legata al tuo lavoro di artista che ci permetta di capire meglio la tua poetica?
La prima storia, e la più metaforica che mi viene in mente, è quella sulla mia volontà e ricerca di sperimentazione sui materiali fin dalla più tenera età: un’ossessione alchemica che ancora mi perseguita. Fin da piccola, infatti, stendevo dei colori grassi come le cere su vari tipi di carta, ricoprendo poi tutta questa superficie di chine nere o di lacche rosse. Facevo asciugare il tutto e costruivo, incidendo sulla superficie, mondi diversi popolati di animali fantastici e da una flora primaria e invasiva.
Luce e colore sono elementi fondamentali delle tue opere. Ma sono alla base anche del nostro lavoro, come fotografi. Com’è nato il rapporto con Scala? Quali le opportunità?
Luce e colore da sempre sono alla base della mia ricerca, infatti, uso tutti i materiali che sono in relazione con queste due entità. Materiali sintetici trasparenti come il metacrilato e il plexiglass, materiali specchianti, materiali luminosi come led, neon, etc.
In questa ottica non potevano naturalmente mancare fotografia e video: l’Archivio Scala probabilmente si è sentito coinvolto dalla mescolanza di tutti questi elementi come, per esempio, nell’opera su Canova “La Blancheur”, ho creato delle forme aggettanti, delle piccole grandi stanze del tempo costruite con specchi e con foto realizzate a Possagno nella gipsoteca di Canova.
Scala diffonde fotografie di alta qualità e fedeltà delle mie opere, con descrizioni dettagliate che ne facilitano il rintracciamento, e gestisce il mio diritto d’autore, semplificando così le licenze d’uso.
Le opere che hai scelto di affidare a Scala non sono solo figurative, ma esprimono concetti e idee, e possono essere contenuti interessanti per illustrare copertine. Hai mai immaginato a quale scrittore o a quale opera letteraria accostare le tue opere?
Un’opera che ho immaginato e realizzato a seguito della lettura di un libro che ho trovato ispirante è l’opera “Go Away”, immaginata a seguito della lettura dal libro “Buchi bianchi” di Carlo Rovelli. L’idea che i buchi neri finiscano la loro lunga vita trasformandosi in buchi bianchi, che coinvolgano la natura quantistica del tempo e dello spazio e la differenza tra passato e futuro, mi ha sconvolta e affascinata.
Non ho potuto fare a meno di costruire quattro opere astratte intitolate, appunto, “Go Away”: per me significa andare al di là e superare anche le barriere del tempo. Non è questo forse che cerca di fare l’artista ogni giorno?
Una domanda che facciamo sempre ad artisti e fotografi che intervistiamo: Scegli un’immagine fra quelle in licenza presso Scala, che meglio rappresentino il tuo lavoro di artista. E se ti fa piacere, lascia un tuo commento.
Enlightening Grimoires:
Una grande installazione costituita da 250 libri di vetro sabbiato dipinto a mano nei quattro colori che ho associato ai “magici colori” che usavano nei loro progetti e tessuti Mariano e Henriette Fortuny. Tra questi, i colori oro, bianco, nero e viola marezzato con ossidi, colorano libri di vetro installati su 2 lunghe mensole di circa 6 m di lunghezza in acciaio corten con una retroilluminazione a luci led.
“Solo alcuni libri sono illuminati, solo alcuni libri ci illuminano nel nostro percorso esistenziale”.
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